Assicurare la sostenibilità?

I rischi connessi agli ambiti ESG

Oggi si parla tanto di sostenibilità: le scelte economiche influiscono sull’ambiente e le modificazione al clima e alla biosfera hanno effetti dirompenti sulle dinamiche sociali, economiche e finanziarie in una concatenazione tanto stretta quanto complessa.

Chi fa impresa oggi non può non tenere conto nelle sue scelte di questa relazione di cause ed effetti alla quale si aggiungono i temi del miglioramento delle condizioni di lavoro da tutti i punti di vista e quelli relativi ai modelli di gestione. 

E qui entra in campo un acronimo: ESG che è sempre più centrale nella pianificazione delle strategie imprenditoriali soprattutto quando si parla di rischi connessi alla sostenibilità di qualsiasi attività aziendale. 

Ma cosa significa ESG?

Environmental, Social and Governance

Dal punto di vista del rischio i fattori ambientali (Environmental), sociali (Social) e di Governance (ESG) descrivono gli ambiti che possono influenzare la sostenibilità di un sistema.

– I fattori Environmental indicano il mancato controllo dei rischi climatici e ambientali e/o tali violazioni ambientali. Ciò può comportare, oltre alla responsabilità per l’azienda, sanzioni significative e/o costi per riparare il danno ambientale che ne deriva;

– I fattori Social sono legati alla tutela (o alla violazione) dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori, che incidono sull’immagine dell’azienda e sull’affidabilità percepita di tutti gli stakeholder (inclusi gli investitori). Il deterioramento della reputazione può comportare boicottaggio di prodotti, la difficoltà nel reperire capitali, multe/sanzioni, opportunità ridotte con terzi (es. fornitori, partner commerciali, ecc.);

– I fattori Governance si riferiscono alle violazioni gestionali, che hanno anch’essi un rapporto trasversale con i due precedenti fattori. Un buon sistema di governance (o amministrazione societaria come ad esempio remunerazione, attività dell’organo di amministrazione, principi di funzionamento aziendale, ecc.) può prevenire/limitare le violazioni legate a fattori ambientali e sociali e i relativi rischi etici, legali e di business che incidono sui risultati aziendali.

Un nuovo quadro regolamentare

Gli accordi di Parigi

Il tema sostenibilità non è così recente come si può pensare. È frutto di un lungo processo che culmina con “L’accordo di Parigi” (The Paris agreement) nel 2015, in cui la convenzione della UN (Nazioni Unite) getta le basi per gli obiettivi sostenibili sui cambiamenti climatici a decorrere dal 2020.

Di conseguenza negli ultimi anni la Commissione Europea ha sviluppato un piano d’azione per il finanziamento di una crescita economica sostenibile con tre obiettivi specifici:

  1. a) convogliare i flussi di capitali verso investimenti sostenibili;
  2. b) incorporare la sostenibilità nella gestione del rischio;
  3. c) promozione dell’apertura e della visione a lungo termine.

Questo piano include dieci misure supportate da regolamenti pertinenti, tra cui:

– Regolamento (UE) 2019/2088 (“Sustainable Finance Disclosure Regulation – SFDR”);

– Regolamento (UE) 2020/852 (“Taxonomy Regulation – TR”);

– Revisione dei Regolamenti delegati di settore (tra cui quelli del settore assicurativo: IDD e Solvency 2);

– Corporate Sustainability Reporting Directive (“CSRD”);

– Proposta di Regolamento sull’emissione di European Green Bond da parte delle imprese per favorire il finanziamento di investimenti che forniscano benefici ambientali e sociali.

Cambiano gli ambiti di rischio

Il settore assicurativo cambia prospettiva

Nel settore assicurativo, alla luce delle nuove proposte di modifica della Direttiva Solvency 2(4), è attualmente in discussione anche l’eventuale inclusione dei temi di sostenibilità nelle analisi di scenario dell’ORSA (Own Risk and Solvency Assestment) e l’EIOPA avrebbe ricevuto specifica poteri per la ricalibrazione dei parametri NAT CAT (almeno ogni tre anni) e, entro giugno 2023, esame dei margini di rischio legati a investimenti o attività significativamente legate agli obiettivi ESG (es. introduzione di un fattore di sostegno green).

In questo scenario le compagnie di assicurazione e riassicurazione sono “Attori chiave” del sistema economico, per la loro tipica funzione di assunzione del rischio, volta a coprire le famiglie e le imprese dai rischi e quindi, minimizzando l’impatto di eventi imprevisti (ammortizzatori), e considerando che i loro investitori istituzionali consentono il finanziamento di investimenti a lungo termine, a sostegno della transizione verso un’economia sostenibile. Nel biennio 2021-2022 le aziende del settore si sono concentrate principalmente sul rispetto della normativa SFDR e sulla prima considerazione dei fattori E (ambiente e clima) che influiscono sulla mappa dei rischi, anche se non sempre hanno definito le linee guida strategiche future.

Le imprese hanno tradizionalmente affrontato i temi dello sviluppo sostenibile nell’ottica della responsabilità sociale d’impresa (RSI), che ha posto le basi per la comunicazione al mercato delle pratiche e delle modalità operative volontariamente adottate dall’impresa, convinte di ottenere risultati che possano portare vantaggi e benefici sia a se stessi che al sistema operativo. Tuttavia, gli ultimi sviluppi (normativi e di mercato) sottolineano la necessità di ampliare significativamente gli ambiti di intervento coordinando le iniziative che si affacciano nelle diverse aree commerciali, nonché la necessità di definire rapidamente una strategia di cambiamento.

Strategie di intervento ESG

Esistono due categorie di intervento strategico per le imprese: le azioni dirette e indirette.

Un’azienda può definire azioni strategiche dirette e indirette per integrare i fattori ESG nelle sue operazioni di business.

Le attività dirette riguardano più direttamente l’azienda ed i suoi rapporti/comportamenti e possono essere riconducibili, ad esempio, ai cd. “carbon footprint” quindi, utilizzare fornitori che soddisfano determinati requisiti di sostenibilità, creando relazioni positive con gli stakeholder (dipendenti, clienti, investitori, ecc.). Le attività indirette si riferiscono alle attività che un’azienda svolge in un sistema economico che possono indirettamente avere un impatto positivo (o negativo) sul sistema. Ciò può avvenire attraverso gli investimenti dell’azienda o le caratteristiche dei prodotti offerti ai clienti.

La strategia dovrebbe affrontare questi aspetti in modo completo e su base pluriennale. Le aree in cui un’azienda dovrebbe pianificare modifiche per integrare i profili di sostenibilità possono essere riassunte come segue:

Gestione interna (es. revisione dei processi decisionali di un organo amministrativo, regole interne, sistemi premianti, organizzazione aziendale e sistema di controllo interno);

Quadro di gestione del rischio (ad es. aggiunta di fattori ESG alla mappa del rischio, audit risk policy e RAF – Risk Appetite Framework, definizione delle metodologie di misurazione del rischio climatico per le attività immobiliari e assicurative, attivazione delle analisi di scenario e verifica della reportistica ORSA, coordinamento dei risultati con il piano strategico);

Investimenti (es. definizione di criteri negativi e positivi per la selezione degli investimenti sia di proprietà che della clientela);

Prodotti vita (es. rivedere il portafoglio prodotti per soddisfare le preferenze aggiornate dei clienti, rivedere gli annunci, la gestione dei prodotti, i processi di distribuzione, i flussi di informazioni con i distributori);

Prodotti danni e riassicurazione (es. revisione della gamma prodotti per soddisfare le nuove esigenze dei clienti, definizione di soluzioni per coprire il protection gap, revisione del processo assicurativo sulla base dei fattori di rischio ESG, definizione di soluzioni per abbinare prodotti/attività di riassicurazione per pubblicare una tassonomia);

Raccolta, aggregazione e verifica dei dati tassonomici per la pubblicazione, rendicontazione audit dati non finanziari, comunicazione con stakeholder e territorio);

Nella pianificazione delle attività strategiche devono essere considerate tutte le aree di business dell’impresa: “attività core” (es. rami vita e rami danni) e attività secondarie (es. operazioni e investimenti immobiliari, attività agricole, ecc.).

Questo è il primo di una serie di articoli sul concetto di sostenibilità e in considerazione di quanto descritto in precedenza e dei molteplici possibili effetti legati ai problemi di “sostenibilità”, nei prossimi articoli affronteremo le tre aree principali su cui si attendono effetti essenziali, vale a dire:

– rendicontazione e certificazione da parte di revisori indipendenti;

– aggiornamenti del prodotto;

– valutazione e rischio climatico.

Simone Galvagno

Servizio di Check-up PMI

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