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E tu, hai Paura del futuro?

La società moderna, con il  suo evolvere sempre più veloce, e un’aspettativa di vita sempre maggiore, ci chiama già oggi a una pianificazione del futuro. Quali strategie possiamo adottare per farlo nel migliore dei modi? È fondamentale attivarsi fin da giovani, per individuare i propri obiettivi di vita e le strategie più efficaci per raggiungerli.

I giovani d’oggi…

Li definiscono bamboccioni, insicuri, chiusi: i giovani che oggi si affacciano al mondo del lavoro vivono senza dubbio in un’epoca di grande instabilità ed incertezza, che risente degli strascichi della pandemia e di uno scenario globale geopolitico ed economico preoccupante, fonte di ansia, angoscia, insicurezza.

Ovviamente non si può generalizzare, c’è chi è più positivo e ha già cominciato a costruirsi il suo futuro, con la consapevolezza dell’importanza di pianificare i prossimi anni investendo ad esempio nello studio o in piani di risparmio, e chi invece è spaventato di fronte a quello che potrebbe accadere.

Un cervello antico in un mondo moderno

“Tendenzialmente la nostra mente non è fatta per il lungo termine, quindi prendiamo decisioni sul futuro ma poi facciamo fatica a immedesimarci in quell’io futuro e a pianificarlo. Siamo stati programmati dal punto di vista evolutivo per la sopravvivenza nel qui ed ora, non per la longevità”.

Nel corso dell’ultimo evento in Spazio Leonardo dedicato al tema giovani e longevità, Paola Iannello, Professore Associato di Psicologia Generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ci ha spiegato perché, da un punto di vista psicologico e neurologico, molte persone, non solo giovani, siano così spaventate dal pensiero del futuro.

“Oggi il mondo è cambiato, evolve velocemente, ci viene chiesto di prendere decisioni complesse e su un orizzonte di vita molto lungo. La sfida è dunque quella di riuscire a superare questo conflitto tra presente e futuro pianificando, programmando, pensando al domani come fosse già qui, prendendoci cura di noi stessi, giocando d’anticipo per non farci trovare impreparati”.

Fame di conoscenza

Secondo il Prof. Raoul Pisani, Affiliate Professor of Banking and Insurance presso SDA Bocconi School of Management che abbimo intervistato in occasione dell’evento, non dobbiamo mitizzare problemi e cambiamenti, che tutte le generazioni si sono trovate ad affrontare, ma è necessario attrezzarsi per affrontare un mondo che cambia velocemente e che per questo, non ha più modelli di riferimento a cui rivolgersi.

“Se è vero che i problemi cambieranno, quello che non cambierà nel tempo sono la natura degli stessi e i meccanismi dei processi decisionali: quindi se non avremo modelli a cui ispirarci per via dell’evoluzione continua che cambia le cose, dovremo basarci solo sulla nostra preparazione. Per questo serve, soprattutto nei giovani, fame di conoscenza, curiosità, voglia di imparare e una solida preparazione umanistica e scientifica di carattere metodologico. Da questo dipende il nostro futuro e su questo dobbiamo lavorare”.

I bias che ci “fregano” e le trappole euristiche

Purtroppo però molte volte, nelle nostre decisioni, siamo tratti in errore da una serie di false credenze e convinzioni sbagliate che ci frenano nel pianificare con serenità il domani.

“Si chiamano euristiche e sono delle scorciatoie cognitive che consentono al nostro cervello di prendere decisioni in un tempo molto veloce e con un grandissimo risparmio di energia. Ci aiutano tantissimo nella vita di tutti i giorni – considerando che ogni giorno ci troviamo a prendere circa 20mila decisioni! – , tuttavia non sono infallibili e talvolta ci conducono nella direzione dell’errore” spiega ancora Iannello.

Tra le più comuni ci sono ad esempio il temporal discounting, ossia il preferire una gratificazione immediata anziché aspettare di averne una migliore in futuro, o il bias ottimistico, per cui si pensa di essere immuni dalle potenziali conseguenze negative di abitudini sbagliate. Come superarle? “È importante prendere consapevolezza di questi meccanismi umani proprio per non rimanerne prigionieri e affrontare con raziocinio e serenità la pianificazione del proprio futuro”.

Dalla consapevolezza all’azione

Rendersi conto di come funzionano questi meccanismi e imparare a mettere in atto delle strategie per superarli è il primo passo verso un approccio positivo, fiducioso e costruttivo alla pianificazione del futuro. Il secondo passo è identificare degli obiettivi concreti e raggiungibili, con una data di scadenza (è questa la differenza principale con i sogni) e quindi provare a suddividerli in micro-obiettivi, visualizzarli mentalmente, come se li stessimo già, in parte, vivendo e, infine, gratificarsi al raggiungimento di ciascuno di essi. Affidandoci quando serve anche a chi ha le competenze tecniche e relazionali giuste per aiutarci in questo percorso di educazione, cambiamento e pianificazione.

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