Quando l’educazione finanziaria incontra l’intelligenza artificiale
Alberto Bottin
Coordinatore del servizio di Educazione
Finanziaria di Leonardo Assicurazioni
Quanto ci affidiamo all’intelligenza artificiale? Quanto verifichiamo le informazioni o le indicazioni che ci vengono fornite? E chi si assume la responsabilità di quelle indicazioni?
Come cambia il nostro modo di informarci e prendere decisioni quando gli strumenti digitali diventano sempre più intelligenti? È la domanda al centro dell’evento “Educazione Finanziaria: il valore della consulenza nell’era dell’IA”, un dialogo a due voci tra Claudio Grossi e Federico Cabitza.
Due mondi diversi, quello della pianificazione finanziaria e quello della tecnologia, che si incontrano per parlare di futuro.
L’evento non si è concentrato sulla tecnologia in sé, ma sui suoi effetti: sulle persone, sulle competenze, sulle relazioni. E lo ha fatto attraverso quattro ambiti-chiave: fiducia, garanzie, responsabilità e attivazione.
Fiducia: un capitale invisibile
Per Claudio Grossi, Partner di Progetica e relatore della norma UNI 11402 sull’educazione finanziaria, il punto di partenza è chiaro: la qualità. Oggi i cittadini hanno accesso a informazioni, simulazioni e consigli in tempo reale. Ma cosa distingue una consulenza qualificata da un contenuto digitale qualsiasi? La norma UNI prova a definirlo.
Federico Cabitza, Professore di Interazione Uomo-Macchina all’Università Milano-Bicocca e ricercatore al Galeazzi Sant’Ambrogio, introduce un tema altrettanto cruciale: il rischio di delegare troppo alle macchine. Se l’IA decide al posto nostro, quanto resta della nostra capacità critica?
Il consulente alla prova dell’algoritmo
Cabitza ricorda che la fiducia è un elemento umano: nasce nella relazione, non nel software. L’algoritmo può conoscere noi e le nostre abitudini, ma può sostituire quel legame?
Grossi sposta invece l’attenzione sull’altro lato del tavolo: la sicurezza. Affidare l’educazione finanziaria a piattaforme non certificate significa esporsi a rischi di informazione e di qualità del servizio. Qui la norma UNI ritorna come bussola e presidio.
Responsabilità: la sfida etica
La terza grande domanda affrontata riguarda la responsabilità. Chi ha il compito di garantire che l’IA non diventi un ostacolo alla libertà decisionale, ma uno strumento in più?
Cabitza mette in guardia: i modelli predittivi possono anticipare preferenze e scelte, orientando le nostre decisioni. Grossi rilancia il tema dal punto di vista economico e sociale: l’educazione finanziaria deve restare un supporto alle persone, non un automatismo.
L’attivazione: più che tecnologia, cultura
Il tema finale è forse il più sorprendente: l’IA può attivare le persone? Può generare cambiamento?
Per Cabitza sì, ma a una condizione: deve essere uno strumento di intelligenza ibrida, in cui la macchina non sostituisce, ma potenzia le capacità umane.
L’educazione finanziaria non è una formula matematica: è una forma di cultura.
Dall’incontro emerge un messaggio semplice: l’IA non sostituirà la consulenza finanziaria, ma la cambierà. Non si tratta di scegliere tra la persona e la tecnologia, ma di trovare il modo in cui possano lavorare insieme: con competenze nuove, con strumenti migliori e con più consapevolezza.