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Eyelet Milano: moda sostenibile, coraggio, talento e creatività
Simona e Alessia raccontano la start-up del Gruppo Leonardo che valorizza il talento e l’innovazione responsabile
Ci sono percorsi che non si sviluppano lungo una traiettoria lineare, seguono visioni imprenditoriali e obiettivi valoriali che cambiano nel tempo. A volte può capitare che dall’evoluzione nascano nuovi germogli, nuove prospettive.

È il caso di Eyelet, startup del Gruppo Leonardo Assicurazioni, nata con l’obiettivo di promuovere la creatività e il talento per creare uno uno stile nuovo: più consapevole, più fresco, più vicino alle persone e ai tempi che stiamo vivendo.
Dietro questo progetto ci sono Simona Luparello e Alessia Boselini, due giovani project manager che con entusiasmo e competenza stanno dando forma a una collezione di moda sostenibile disegnata da designer emergenti, spesso appena usciti dalle università di moda. Una vera e propria “palestra creativa” in cui le idee prendono vita e diventano capi concreti, curati, coerenti.

«Non siamo semplicemente parte di un processo. Siamo coinvolte nella visione d’insieme, la costruiamo giorno per giorno», raccontano.
L’evoluzione: da accessorio a progetto etico
Eyelet nasce nel 2014 con un’identità diversa: un brand di accessori, in particolare pochette da taschino, riconoscibili per l’asola e il bottone — da cui il nome stesso (“eyelet” significa proprio “asola” in inglese).
Ma è nel momento in cui il Gruppo Leonardo Assicurazioni decide di investire nel progetto, trasformandolo in una start-up affidata a giovani professioniste, che Eyelet prende la sua forma attuale: un laboratorio di moda responsabile, attento tanto alla sostenibilità ambientale quanto all’impatto sociale. Un luogo fisico (lo Show Room di Viale Luigi Sturzo, 41 a Milano) e virtuale nel quale si incontrano percorsi, esigenze e idee.
Zero sprechi, materiali d’eccellenza, sartorie sociali
«Per noi la moda sostenibile è ridurre al minimo gli sprechi e valorizzare ciò che esiste già».
Le collezioni Eyelet sono realizzate con tessuti deadstock, ovvero eccedenze di grandi marchi italiani, reinterpretate con uno stile essenziale e personale. I pochi scarti di produzione vengono a loro volta messi a disposizione di altri designer emergenti, in un circolo virtuoso di recupero e condivisione.
Ma l’attenzione non si ferma all’ambiente. I capi vengono confezionati in Italia, attraverso la collaborazione con sartorie sociali, che uniscono artigianalità e inclusione. Anche il packaging è parte del progetto: una tote bag riutilizzabile, pensata per accompagnare la quotidianità di chi sceglie Eyelet.
Un ecosistema che dà spazio
Eyelet non sarebbe ciò che è senza il contesto in cui è nata. Il Gruppo Leonardo Assicurazioni, già impegnato a progettare il benessere attraverso la consulenza finanziaria con l’ecosistema di servizi di Leonardo Assicurazioni e progetti come ohWell, sostiene Eyelet con lo stesso spirito: dare spazio alle persone, credere nelle idee, trasformare i valori in azioni. Un’energia che accompagna chi ha talento, voglia di fare, desiderio di costruire qualcosa di proprio, come quella che muove le due principali interpreti:
«Il consiglio che diamo a chi sogna una start-up è: trovate un’idea che vi accende. Poi abbiate il coraggio di seguirla, con passione e pazienza».
Moda, visione e futuro
Eyelet è questo: un brand di moda, sì. Ma soprattutto un luogo di possibilità. Dove la sostenibilità è una scelta quotidiana, l’estetica è al servizio della personalità, e la creatività giovane trova spazio per esprimersi davvero.
Un altro modo di pensare il lavoro. Un altro modo di stare nel mondo.
Scopri di più su Eyelet: eyeletmilano.com
Guarda l’intervista completa ad Alessia e Simona qui sotto.
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