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Dalle Banconote all’Euro digitale: la nuova frontiera dei pagamenti

Una nuova era per la moneta è alle porte: siamo davvero pronti?

Euro Digitale o criptovaluta?

L’ Euro digitale è una CBDC (Central bank digital currency), non è una cripto valuta poiché ha valore legale ed è emessa dall’autorità pubblica centralizzata preposta – nel caso dell’Eurozona la BCE – e ha quindi le stesse caratteristiche della moneta legale, oltre a svolgere le stesse funzioni, essendo riserva di valore, unità di conto e mezzo di scambio.

Le CBDC possono circolare tramite la tecnologia blockchain gestita dalla banca centrale ed il loro valore è lo stesso di quello delle valute legali.

Una versione elettronica e inclusiva della valuta fisica corrente

Una grande evoluzione del sistema monetario europeo: l’Euro Digitale è stato concepito per essere utilizzato come strumento di pagamento per gli acquisti, sia in negozi fisici che online, in generale offrendo un’ulteriore opzione per i consumatori per il trasferimento di denaro.  

La Banca Centrale Europea, chiamata a garantire massima sicurezza ed affidabilità, ne sottolinea la portata innovativa, esaltandone la versatilità sia per l’assenza di costi aggiuntivi, sia perché facilmente accessibile. L’euro digitale, infatti, nel sostenere gli obiettivi strategici dell’Unione Europea in termini di innovazione digitale e integrazione finanziaria, offre un metodo di pagamento efficiente e fortemente inclusivo anche per coloro che non hanno accesso ai servizi bancari tradizionali.

Cambiano i mercati, cambiano le monete

Tra le motivazioni sottese alla scelta, senza dubbio, la crescente digitalizzazione delle economie, che espone l’Eurozona al rischio di perdere il controllo della sua politica monetaria. 

Nel Vecchio Continente si registrano 379 milioni di transazioni al giorno non in contanti, due sue tre passano da circuiti extra U.E., rendendo meno stabile la valuta, sicché l’introduzione dell’Euro digitale, per quanto soluzione ancora divisiva, potrebbe rafforzare la sovranità monetaria dell’Unione Europea

Le parole del Presidente della BCE Christine Lagarde, alla vigilia dei lavori preparatori: “Concepiamo un Euro digitale come una forma digitale di contante che possa essere utilizzata gratuitamente per qualsiasi pagamento digitale e che risponda agli standard più elevati di riservatezza. Un Euro digitale affiancherebbe il contante, che sarà sempre disponibile, in modo che nessuno rimanga indietro”

Sul punto, anche l’attuale Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta: “Alla luce della crescente preferenza dei cittadini per i pagamenti digitali, dovremmo tenerci pronti a emettere un Euro digitale insieme al contante”.

L’inizio di un percorso complesso

Nel report pubblicato al termine della fase istruttoria dei lavori, iniziati nel lontano Novembre 2023, si evince chiaramente come questa moneta sia stata concepita per essere accessibile indistintamente sia alle famiglie, che dovranno comunque essere educate su vantaggi e rischi associati all’utilizzo di una valuta digitale; che alle imprese, le quali, potranno beneficiare della riduzione dei costi legati ai pagamenti internazionali e di una gestione semplificata delle transazioni.

Come funzionerà?

L’Euro digitale funzionerà attraverso un portafoglio digitale, gestito da intermediari finanziari come le banche. I wallets digitali permetteranno di conservare la moneta fino ad un limite massimo prestabilito (ad oggi non ancora concordato), con la possibilità di trasferirlo su un conto bancario a scelta dell’utente. L’obiettivo della BCE, data l’apparente mancanza di interesse a conoscere le abitudini di acquisto dei cittadini, è quello di raggiungere un livello di privacy simile a quello del circolante. Tuttavia, è inevitabile che la possibilità di monitorare le transazioni, sollevi non poche perplessità sul tema.

Potenzialità e rischi

L’Euro digitale rappresenta sicuramente una proposta ambiziosa che potrebbe rivoluzionare il sistema finanziario europeo, rendendolo più competitivo su scala globale. Tuttavia, non vanno sottovalutate le sfide legate alla tutela della privacy, alla sostenibilità e all’adattamento delle istituzioni finanziarie. Nell’attuale panorama politico internazionale, garantirebbe una maggiore autonomia strategica del sistema dei pagamenti dell’Eurozona, anche in caso di eventi strutturali come guerre o pandemie, oltre a garantire maggiore concorrenza e innovazione nell’introduzione di nuovi servizi da parte degli intermediari più scaltri e meno refrattari al cambiamento. 

Si tratterebbe di un’importante evoluzione, non solo dal punto di vista tecnologico ed economico, ma anche culturale, che renderà necessario garantire l’educazione digitale a tutti i cittadini. In questo senso sarà centrale il contributo delle istituzioni finanziarie e delle autorità pubbliche, chiamate a promuovere formazione e politiche inclusive.

Il ruolo della consulenza

C’è da aspettarsi che l’introduzione dell’Euro digitale, non essendo bene fisicamente tangibile, fungerà da stimolo per interventi normativi significativi in materia di sicurezza, gestione e trasferimento degli asset digitali. In tema di successione mortis causa, in particolare, è ragionevole attendersi l’introduzione di una disciplina ad hoc sia a livello europeo che nazionale, che faccia chiarezza sui rischi legati ad un imprudente gestione delle “chiavi” di accesso al wallet o alla mancanza di disposizioni puntuali da parte del titolare in caso di decesso. Non è improbabile, dunque, che in futuro, gli intermediari coinvolti nella gestione di portafogli digitali, inizino a ricoprire un ruolo più attivo, affiancando tutte quelle figure professionali, che di norma sono coinvolte nella gestione dei passaggi generazionali.

Fabiano Giuseppe Daliotti – Servizio Consulenza Patrimoniale Leonardo Assicurazioni

Euro Digitale o criptovaluta?

L’ Euro digitale è una CBDC (Central bank digital currency), non è una cripto valuta poiché ha valore legale ed è emessa dall’autorità pubblica centralizzata preposta – nel caso dell’Eurozona la BCE – e ha quindi le stesse caratteristiche della moneta legale, oltre a svolgere le stesse funzioni, essendo riserva di valore, unità di conto e mezzo di scambio.

Le CBDC possono circolare tramite la tecnologia blockchain gestita dalla banca centrale ed il loro valore è lo stesso di quello delle valute legali.

Una versione elettronica e inclusiva della valuta fisica corrente

Una grande evoluzione del sistema monetario europeo: l’Euro Digitale è stato concepito per essere utilizzato come strumento di pagamento per gli acquisti, sia in negozi fisici che online, in generale offrendo un’ulteriore opzione per i consumatori per il trasferimento di denaro.  

La Banca Centrale Europea, chiamata a garantire massima sicurezza ed affidabilità, ne sottolinea la portata innovativa, esaltandone la versatilità sia per l’assenza di costi aggiuntivi, sia perché facilmente accessibile. L’euro digitale, infatti, nel sostenere gli obiettivi strategici dell’Unione Europea in termini di innovazione digitale e integrazione finanziaria, offre un metodo di pagamento efficiente e fortemente inclusivo anche per coloro che non hanno accesso ai servizi bancari tradizionali.

Cambiano i mercati, cambiano le monete

Tra le motivazioni sottese alla scelta, senza dubbio, la crescente digitalizzazione delle economie, che espone l’Eurozona al rischio di perdere il controllo della sua politica monetaria. 

Nel Vecchio Continente si registrano 379 milioni di transazioni al giorno non in contanti, due sue tre passano da circuiti extra U.E., rendendo meno stabile la valuta, sicché l’introduzione dell’Euro digitale, per quanto soluzione ancora divisiva, potrebbe rafforzare la sovranità monetaria dell’Unione Europea

Le parole del Presidente della BCE Christine Lagarde, alla vigilia dei lavori preparatori: “Concepiamo un Euro digitale come una forma digitale di contante che possa essere utilizzata gratuitamente per qualsiasi pagamento digitale e che risponda agli standard più elevati di riservatezza. Un Euro digitale affiancherebbe il contante, che sarà sempre disponibile, in modo che nessuno rimanga indietro”

Sul punto, anche l’attuale Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta: “Alla luce della crescente preferenza dei cittadini per i pagamenti digitali, dovremmo tenerci pronti a emettere un Euro digitale insieme al contante”.

L’inizio di un percorso complesso

Nel report pubblicato al termine della fase istruttoria dei lavori, iniziati nel lontano Novembre 2023, si evince chiaramente come questa moneta sia stata concepita per essere accessibile indistintamente sia alle famiglie, che dovranno comunque essere educate su vantaggi e rischi associati all’utilizzo di una valuta digitale; che alle imprese, le quali, potranno beneficiare della riduzione dei costi legati ai pagamenti internazionali e di una gestione semplificata delle transazioni.

Come funzionerà?

L’Euro digitale funzionerà attraverso un portafoglio digitale, gestito da intermediari finanziari come le banche. I wallets digitali permetteranno di conservare la moneta fino ad un limite massimo prestabilito (ad oggi non ancora concordato), con la possibilità di trasferirlo su un conto bancario a scelta dell’utente. L’obiettivo della BCE, data l’apparente mancanza di interesse a conoscere le abitudini di acquisto dei cittadini, è quello di raggiungere un livello di privacy simile a quello del circolante. Tuttavia, è inevitabile che la possibilità di monitorare le transazioni, sollevi non poche perplessità sul tema.

Potenzialità e rischi

L’Euro digitale rappresenta sicuramente una proposta ambiziosa che potrebbe rivoluzionare il sistema finanziario europeo, rendendolo più competitivo su scala globale. Tuttavia, non vanno sottovalutate le sfide legate alla tutela della privacy, alla sostenibilità e all’adattamento delle istituzioni finanziarie. Nell’attuale panorama politico internazionale, garantirebbe una maggiore autonomia strategica del sistema dei pagamenti dell’Eurozona, anche in caso di eventi strutturali come guerre o pandemie, oltre a garantire maggiore concorrenza e innovazione nell’introduzione di nuovi servizi da parte degli intermediari più scaltri e meno refrattari al cambiamento. 

Si tratterebbe di un’importante evoluzione, non solo dal punto di vista tecnologico ed economico, ma anche culturale, che renderà necessario garantire l’educazione digitale a tutti i cittadini. In questo senso sarà centrale il contributo delle istituzioni finanziarie e delle autorità pubbliche, chiamate a promuovere formazione e politiche inclusive.

Il ruolo della consulenza

C’è da aspettarsi che l’introduzione dell’Euro digitale, non essendo bene fisicamente tangibile, fungerà da stimolo per interventi normativi significativi in materia di sicurezza, gestione e trasferimento degli asset digitali. In tema di successione mortis causa, in particolare, è ragionevole attendersi l’introduzione di una disciplina ad hoc sia a livello europeo che nazionale, che faccia chiarezza sui rischi legati ad un imprudente gestione delle “chiavi” di accesso al wallet o alla mancanza di disposizioni puntuali da parte del titolare in caso di decesso. Non è improbabile, dunque, che in futuro, gli intermediari coinvolti nella gestione di portafogli digitali, inizino a ricoprire un ruolo più attivo, affiancando tutte quelle figure professionali, che di norma sono coinvolte nella gestione dei passaggi generazionali.

Fabiano Giuseppe Daliotti – Servizio Consulenza Patrimoniale Leonardo Assicurazioni

Ufficio Stampa:

Francesca Pavesi

tel. 380-3151378
mail: press@spazio-leonardo.it

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