Il 2022 è stato senza dubbio un anno altalenante per l’Italia e per il mondo, caratterizzato da incertezza e instabilità economica, crisi geopolitiche, inflazione, cambi climatici. Eppure, l’Edelman Trust Barometer 2023 conferma che, nonostante un leggero calo dell’indice di fiducia rispetto allo scorso anno, l’Italia continua ad essere tra i best performer in Europa: le imprese restano, per gli italiani, un baluardo e crescono le aspettative verso il mondo del business e i CEO. Fiducia sembra essere dunque la parola chiave che attiva in noi le relazioni affettive, professionali, personali e che ha un valore economico, sociale e temporale inestimabile. Una risorsa immateriale, data spesso per scontata e invece fondamentale per affrontare le sfide del futuro, che dovrebbe essere al centro di qualsiasi progetto di crescita. Se ci pensiamo, senza neppure accorgercene, ogni giorno, nella nostra vita quotidiana, facciamo un esercizio di fiducia: quando in un incrocio attraversiamo la strada con il semaforo verde, per esempio, abbiamo fiducia che anche gli altri conducenti rispettino il codice della strada, o quando apriamo il rubinetto la mattina sapendo che uscirà dell’acqua e non una vipera.

È una fiducia inconsapevole, quasi irrazionale e istintiva, che non richiede un grande ragionamento. C’è poi un tipo diverso di fiducia, più riflessivo e razionale, basato sulla nostra esperienza e volto a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Ed è quello che ci spinge a fare determinate scelte per le nostre strategie di risparmio e investimento. Ecco perché la fiducia è un elemento essenziale anche nel mondo dei mercati finanziari e nel nostro lavoro quotidiano. Ed è per questo motivo che su questo tema, così come su molti altri che contribuiscono alla crescita umana e professionale della nostra azienda, è necessario parlare, approfondire, interrogarsi costantemente.